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SIC Book Review Edizione 2025 – Ottobre – Exponential – A cura di Giovanni Frascadore

Exponential. How Accelerating Technology Is Leaving Us Behind and What to Do About It, di Azeem Azhar
A cura di Giovanni Frascadore

Questo libro, nonostante sia stato scritto prima del boom dell’intelligenza artificiale generativa, avvenuto nell’ultimo biennio, fornisce gli strumenti per interpretare le dinamiche che stanno stravolgendo la nostra realtà economica e sociale. L’innovazione e la tecnologia sono stati da sempre una leva per l’umanità per rendere la vita più semplice. Il rapporto con l’innovazione ha sempre riscontrato nelle masse una iniziale diffidenza che poi è stata superata, con tempi di reazione molto dilatati, portando gradualmente dei reali benefici. Tempi che, come spiegato in maniera molto chiara dall’autore Azeem Azhar, nell’era esponenziale non abbiamo più. Qualcosa è infatti cambiato a partire dal 2010 e ci siamo velocemente trovati in un contesto in cui la tecnologia evolve con una velocità vertiginosa comprimendo il tempo disponibile per l’adattamento ad una manciata di mesi. In questa recensione del libro “Exponential” scritto nel 2021, provo a condividere con voi alcune delle nozioni fornite dall’autore che mi hanno dato nuove chiavi di lettura ed alcune risposte a delle domande che mi sono posto e vi ripropongo in questo articolo. Comprendere le dinamiche sul come e il perché le tecnologie stiano accelerando lasciandoci dietro, non è solo un elemento di vantaggio competitivo, ma la condizione minima per la sopravvivenza organizzativa.

Cosa è una tecnologia esponenziale? L’autore la definisce come quella che, mantenendo un costo di sviluppo stabile, migliora a un tasso superiore del 10% annuo, e che riesce a mantenere questa progressione per lunghi periodi. L’effetto tangibile di questa curva non lineare è un paradosso economico: prodotti sempre più economici che offrono funzionalità prima inimmaginabili. Il primo percorso evolutivo che ha palesato questo trend è stato quello del computing che ha confermato e addirittura superato la rinomata legge di Moore che prevedeva che la complessità di un microcircuito, misurata in numero di transistors in un chip, sarebbe raddoppiata ogni 18 mesi. Si è passati molto rapidamente dal chip specializzato sviluppato da organi statali per la guerra o per la conquista dello spazio, a chip sempre più economici e potenti integrati man mano su device di largo consumo e accessibili a chiunque. L’autore, citando Kurzweil, evidenzia come esista sempre un’interdipendenza tra più tecnologie e come, molto spesso, quando una di esse termina la propria fase esponenziale, diventi il volano per l’avvio di una nuova fase esponenziale di un’altra tecnologia, diversa ma ad essa correlata. Il concetto di S-Curve, molto caro al mondo del Project Management per monitorare l’avanzamento e valutare le performance, viene così ripreso ed evoluto nel concetto di  S-Curves multiple, in cui al raggiungimento o in prossimità del picco di una tecnologia si innesca la fase esponenziale di una nuova tecnologia e una nuova S-Curve. Questo meccanismo consente di mantenersi a lungo nella fase esponenziale con delle tecnologie emergenti. Se ci pensate questo è esattamente cosa è successo con il boom dell’AI nell’ultimo periodo, prima l’AI generativa procedeva lentamente o era del tutto ferma perchè non era possibile avere accesso alle mole di dati richiesta per rendere efficace la fase di training ed impensabile avere a disposizione la potenza computazionale necessaria per processare quella mole di dati, ma con l’evoluzione esponenziale della potenza di calcolo e della capacità di immagazzinamento dei dati anche l’AI ha ricominciato a viaggiare e poi a volare. Nel campo dell’informatica, oltre all’intelligenza artificiale che ha iniziato la sua impennata intorno al 2010, anche la blockchain e il quantum computing hanno seguito un andamento esponenziale.

Qual è la trappola che si nasconde dietro questa accelerazione? Il nostro cervello, costruito per un mondo lineare, non è strutturato per accettare un mutamento così rapido. Il gap che ne deriva non si palesa solo in un ritardo organizzativo, ma diventa un fattore di rischio sistemico che affonda le radici nell’inerzia intrinseca che caratterizza l’essere umano. Nella mia recensione di Leadership in un futuro che emerge, dell’anno scorso ho evidenziato come l’autore indicasse la necessità di avere una mentalità aperta al cambiamento ( teoria U) come la chiave vincente per la leadership e le istituzioni.

Nel libro oggetto di questa recensione “Exponential”, l’autore ripercorre un flusso logico analogo mettendo però l’accento su come l’adattamento delle istituzioni (sia politiche che economiche) proceda con una lentezza disarmante rispetto alla scalabilità tecnologica, rendendo la capacità di anticipare il cambiamento una visione strategica necessaria per mitigare il rischio di trovarsi in un vortice innovativo senza nessun tipo di controllo. Da dove nasce una tecnologia che segue una curva esponenziale? Nel libro troviamo una mappa del cambiamento, dove vengono indicati i domini in cui questa dinamica sta plasmando il futuro e i meccanismi sottostanti che ne amplificano l’effetto. I domini indicati sono quattro e sono tra di loro strettamente interconnessi. Del primo abbiamo già parlato ed è quello del settore informatico che è stato il precursore.

Gli altri tre domini chiave sono:

1) Energia: Le energie rinnovabili, in particolare il solare e l’eolico, sono una tecnologia esponenziale per via della loro drastica diminuzione dei costi, che ha permesso la sostituzione, anche se ancora parziale, delle fonti fossili. La sfida attuale è quella dello stoccaggio che sta per essere travolta da un’altra evoluzione in corso che è quella delle batterie, anch’esse in rapida riduzione dei costi e miglioramento delle prestazioni.

2) Biotecnologia: l’abbattimento esponenziale dei costi in questo settore è stato forse ancora più impressionante. Basti pensare al sequenziamento completo del genoma umano che è precipitato da costi esorbitanti stimati in oltre 500 milioni di dollari (1999-2000) a soli 100 dollari nel 2020. Quello relativo all’ambito della Biotecnologia non è un mero progresso, ma una rivoluzione dell’accessibilità, che alimenta discipline come la biologia sintetica, capace di manipolare microrganismi per creare biopolimeri ecosostenibili o componenti elettronici a minor consumo.

3) Ambito manifatturiero: L’autore indica che da secoli abbiamo usato un processo sottrattivo per produrre ovvero si estrae del materiale e lo si lavora per produrre qualcosa, pensate ad esempio a Michelangelo, che ha creato il David scolpendo materiale da un blocco di marmo bianco di Carrara. Il processo sottrattivo porta di per sé degli scarti di materiale e degli sprechi. Oggi grazie alla stampa 3D, abbiamo cambiato paradigma e stiamo introducendo la produzione additiva, che crea nuovi prodotti da zero e senza scarti.

Ma cosa alimenta l’accelerazione? La rivoluzione non è un evento individuale, ma un ciclo di auto-accelerazione sostenuto da una triade di fattori che si rafforzano reciprocamente.

1) Learning by Doing la cui teoria è stata formalizzata dalla Legge di Wright, e lega il progresso alla quantità di produzione, in altre parole più si produce, più si impara sul campo, più il prodotto si perfeziona, alimentando la domanda e un ciclo virtuoso di miglioramento continuo.

2) Combinazione e interazione tra tecnologie. L’innovazione si amplifica grazie alla capacità delle diverse tecnologie di integrarsi per evolversi in prodotti nuovi o multifunzionali. Un esempio calzante è lo smartphone che  integra diverse tecnologie avanzate per offrire funzionalità di comunicazione, elaborazione, intrattenimento oltre che di connettività. La standardizzazione è stata la chiave per semplificare l’integrazione: basti pensare all’esempio che cita l’autore ovvero alle e-mail che ora sono uno strumento di comunicazione universale, ma che inizialmente sono nate come messaggi interni su singoli computer, poi tra computers nella stessa rete e solo con l’introduzione di protocolli (esempio SMTP – Simple Mail Transfer Protocol o POP – Post Office Protocol , etc) sono diventati uno strumento di comunicazione di massa. Lo spunto è che quando le tecnologie aderiscono ad uno standard possono essere applicate a una gamma di settori industriali ed essere l’innesco che abilita l’accelerazione nella evoluzione.

3) Network che vengono distinti tra network informativi che sono essenziali per la diffusione globale delle idee (a cui appartengono i database accademici e i social network) e i network logistici e commerciali che rappresentano la rete fisica (ad esempio quella navale) che consente alle merci di viaggiare velocemente nel mondo. Come le tecnologie esponenziali, anche i tre motori, sopra citati, che permettono l’accelerazione sono tra loro interdipendenti ed è proprio questa interconnessione che permette di sprigionare tutta la potenza. La caduta dei costi del sequenziamento del genoma, ad esempio, non sarebbe mai stata possibile senza l’esponenzialità del settore informatico, che ha fornito la potenza di calcolo e l’archiviazione necessarie per gestire la mole di dati biologici analogamente a come avvenuto per l’AI generativa. Le aziende di successo non sono quelle che eccellono in un solo settore, ma quelle che riescono ad identificare e sfruttare strategicamente queste intersezioni.

Quali sono le conseguenze del Gap Esponenziale? La evidente discrepanza tra la rapidità con cui vengono resi scalabili prodotti e servizi basati su tecnologie esponenziali e la capacità delle istituzioni e della società civile di gestirli e normarli. Mentre la tecnologia non sembra avere freni, il sistema politico, economico e sociale arranca. La causa fondamentale è l’incapacità di prevedere la natura non lineare del cambiamento in corso. Questa mancanza di comprensione, molto diffusa anche tra i politici, è considerata dall’autore un problema critico perché il cambiamento è inevitabile e senza comprendere le regole del gioco, non avremo nessuna chance di trarne vantaggio e saremo costretti a subirlo e quindi esserne travolti. L’economia dei nostri giorni è quella del potere concentrato che grazie all’era esponenziale ha visto le aziende superstar (Google, Apple, Microsoft, Amazon, etc) aumentare la loro ricchezza, creando un divario titanico e la ricalibrazione dell’intera logica economica grazie a tre fattori principali: network globali, piattaforme a costo minimo  e l’immensa scalabilità di asset immateriali. L’ossessione per una crescita illimitata si traduce in strategie che creano barriere insormontabili per la concorrenza. Le strategie di espansione sono quella orizzontale (conquistando mercati adiacenti, es. Alipay di Alibaba) e quella verticale (internalizzando la supply chain).  Queste mosse non sono solo economiche; sono mosse di potere che dettano un nuovo standard, garantendo ai leader di mercato un vantaggio quasi impossibile da colmare per i concorrenti. Questa ossessione ha portato, secondo l’autore, ad effetti molto negativi quali la crisi del lavoro e la disumanizzazione. L’esempio più lampante è la Gig Economy che offre flessibilità, ma espone i lavoratori a una carenza di tutele contrattuali adeguati. Azeem Azhar ci lancia una sfida etica: dobbiamo urgentemente ridare dignità ai lavoratori, garantire un accesso a programmi di reskilling (riqualificazione) e creare reti di sicurezza economica. Un aspetto ancora più inquietante, che emerge durante la lettura, è la falsa neutralità della tecnologia. L’autore smonta la credenza che la tecnologia non sia “né buona né cattiva”, dimostrando che ogni innovazione riflette dei pregiudizi e le necessità del sistema di potere che l’ha generata. Il libro cita tra le altre cose l’efficacia ridotta di alcuni dei farmaci su etnie non caucasiche perché testati prevalentemente su quella etnia. Il monito del libro è che la velocità esponenziale non corregge i bias iniziali, ma li amplifica su scala globale, rendendo una correzione retroattiva quasi impossibile.

Cosa sta succedendo alla nostra società? L’accelerazione tecnologica agisce come un potente corrosivo degli equilibri geopolitici e della fiducia tra cittadini e istituzioni. Un esempio è l’Invasione della sfera pubblica che a causa della lentezza istituzionale ha causato il crollo dei “limiti morali al mercato”, come li ha definiti Michael Sandel. Oggi assistiamo a una vera e propria invasione delle piattaforme private nella vita dei cittadini. A ciò si aggiunge l’esigenza di regolamentare la mole di dati privati che, volontariamente o meno, vengono condivisi. Inoltresi ha un ritorno al nazionalismo (es. Brexit) sempre più insistente che sembra in controtendenza con la globalizzazione che ha inizialmente alimentato l’esponenzialità. In maniera inattesa, il volume evidenzia come le stesse tecnologie esponenziali (Stampa 3D, energie rinnovabili a basso costo) abbiano favorito una nuova tendenza: il ritorno al “chilometro zero” e alla produzione locale. I network globali (che diffondono l’informazione) si scontrano con la necessità di resilienza locale (che localizza la produzione di beni strategici). I sistemi politici ed economici attuali non sono pronti a gestire questo paradosso. Con questo andamento, i paesi ricchi avranno sempre meno bisogno dei paesi poveri (per materie prime e manodopera) e il divario economico e tecnologico si amplierà, portando, a livello geopolitico, un aumento dell’instabilità e del rischio di conflitti nelle aree più povere.

Cosa penso di questo libro? Penso che sia lungimirante. Come detto all’inizio di questa recensione credo che la tesi del “Gap Esponenziale” trovi un riscontro nel boom recente dell’intelligenza artificiale generativa. Oggi, l’AI Generativa è l’implementazione di un asset immateriale con scalabilità illimitata, la cui evoluzione non si misura più in anni, ma in settimane. Recentemente sono stato a San Francisco e sono rimasto scioccato da come in USA sia normale usare taxi a guida autonoma. Ma non serve andare così lontano, l’AI generativa ormai è nella quotidianità di tutti e la quasi totalità di noi interagisce con LLMs.  È ormai appurato che l’economia dell’intelligenza artificiale non è un futuro ipotetico, ma una realtà matura, sebbene in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche. Il boom dell’AI, caratterizzato dal fare “cose nuove e mai immaginate prima”, non è solo rapido, ma sconvolgente. L’impatto sul lavoro trascende la sola gig economy menzionata dall’autore. L’AI generativa minaccia la disumanizzazione e la sostituzione di intere categorie di forza lavoro cognitiva. L’esigenza di reskilling non è più una questione individuale, ma un imperativo sociale di massa per prevenire il collasso delle reti di sicurezza economica. L’accelerazione dell’AI ha immediatamente portato alla luce le crisi etiche lasciate irrisolte dal gap esponenziale. L’assenza di norme chiare sulla proprietà intellettuale delle creazioni algoritmiche rischia di canalizzare il vantaggio competitivo in modo esclusivo nelle mani di quelle poche aziende private che detengono i modelli più potenti. Di fronte all’ignoranza diffusa, è necessario definire una strategia educativa di massa per mitigare l’impatto distruttivo del gap esponenziale sulla società.

Le conclusioni: Vorrei concludere questa recensione rimarcando un messaggio che emerge chiaramente dal libro: l’Era Esponenziale non è un fenomeno privo di cause, ma una conseguenza quasi inevitabile dell’ambizione umana. Di fronte a questa ineluttabilità, rallentare il progresso non è un’opzione. L’unica strada possibile diventa agire con la consapevolezza che la tecnologia è qualcosa che possiamo controllare ma solo se cambiamo radicalmente la nostra mentalità ed accettiamo l’inevitabilità del cambiamento. L’autore non offre indicazioni precise su come riuscirci, ma accresce senza dubbio la consapevolezza che sia necessario provarci.

Giovanni Frascadore, laureato in ingegneria informatica, attualmente lavora in Zuora come responsabile del Centro di Eccellenza dei Servizi Professionali per EMEA South e Centro Europa. In precedenza, ha ricoperto il ruolo di Solution Architect, dopo molti anni di esperienza come consulente informatico e Project Manager nell’ambito billing, finance, payments e dunning solutions. È certificato PMP® e volontario PMI-SIC dal 2023.

Uno dei suoi hobby è la scrittura: ha auto-pubblicato una storia breve, “Cara Caretta”, dedicata al figlio, e una raccolta di poesie nella collana poetica “I Poeti di Ponte Vecchio”, vol. 24. Profilo linkedin.

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