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SIC Book Review Edizione 2024 – Gennaio – Come trattare gli altri e farseli amici – A cura di Leonardo Lillo

Come trattare gli altri e farseli amici, di Dale Carnegie

A cura di Leonardo Lillo

Introduzione

Nel mondo del project management le soft skills sono altrettanto importanti quanto la gestione tecnica di un progetto, e tra questa le competenze interpersonali assumo un ruolo cruciale. Sappiamo bene infatti che, prima ancora di pianificare un progetto, l’identificazione degli stakeholders, ossia di tutti coloro che saranno impattati da un progetto e con i quali un project manager dovrà relazionarsi, è cruciale ed essenziale.

Quindi, al netto delle varie tecniche e degli strumenti che permettono l’identificazione e la gestione di un corretto piano di coinvolgimento e di comunicazione con gli stakeholders, appare chiaro che una delle capacità che deve inevitabilmente far parte del project manager dovrà essere quella della gestione delle relazioni con tutte le persone. La comunicazione è il 90% del lavoro di un project manager, e la qualità con cui si comunica permette di poter gestire al meglio tutte le situazioni, anche quelle più spinose.

In questo contesto il libro “Come trattare gli altri e farseli amici” Dale Carnegie offre strumenti atemporali e pratici per migliorare la gestione delle relazioni, della comunicazione e su come gestire situazioni complesse. Originariamente pubblicato nel 1936, questo testo rimane sorprendentemente rilevante al giorno d’oggi, ponendosi come essenziale per il self-improvement.

L’edizione che stiamo recensendo, edita in Italia da Bompiani per la prima volta nel 2022, è stata resa più fedele all’originale rispetto alle varie riedizioni precedenti ma leggermente più moderna, rimuovendo riferimenti oramai obsoleti a fatti o persone non più riconoscibili e preservandone i contenuti e soprattutto lo stile comunicativo.

Perché non volevo leggere “Come trattare gli altri e farseli amici”?

Devo essere sincero, questo libro l’ho incontrato diverse volte in tanti contesti, ma non l’ho mai voluto leggere in quanto il titolo mi sembrava troppo lontano dalla legge morale che è in me (per usare un’espressione kantiana), l’ho sempre interpretato in chiave strumentale, come se il sottotitolo fosse: “se leggi questo libro imparerai come strumentalizzare gli altri e fargli fare quello che vuoi”.

Cosa mi ha fatto cambiare idea? Qualche mese fa, mentre ero in libreria, l’ho visto nella sua nuova edizione, e ho fatto quello che non avevo fatto prima, ossia ho banalmente iniziato a leggerlo prima di acquistarlo per dare un ulteriore fondamento ai miei pregiudizi. Dopo poche righe ho realizzato di quanto fossi stato poco saggio a giudicare un testo solo dal titolo volutamente provocatorio, e dopo averlo acquistato ho subito percepito che, se lo avessi comprato qualche anno fa e ne avessi assorbito i concetti, probabilmente avrei gestito diversamente determinate situazioni decisive ed incisive sia della vita personale che di quella professionale.

Come è strutturato il libro e come bisognerebbe leggerlo?

L’autore, che ha iniziato la sua carriera di formatore nel 1912 tenendo corsi per il miglioramento della fiducia in sé stessi e il public speaking, durante gli anni ha acquisito le esigenze di molte persone provenienti da diversi ambienti lavorativi, e il tema della relazione interpersonale è sempre stato molto sentito, motivo per cui ha sviluppato una serie di princìpi e percorsi formativi finalizzati al miglioramento di questo aspetto. Dopo 24 anni, nel 1936, ha condensato queste esperienze nel libro che stiamo recensendo, che ha avuto un successo così immediato tanto da essere ristampato ben 17 volte in pochissimi mesi.

Essendo un libro nato da corsi di formazione e basato su esempi reali, il suo contenuto è molto pratico e volto all’azione, ma i princìpi in esso contenuti richiedono un vero e proprio lavoro su sé stessi per farli diventare parte del carattere e del modus operandi quotidiano. L’autore lo riconosce e ci mette in guardia, confessando che anche per lui non è semplice mettere in atto quanto consigliato già a partire dal proprio ambito familiare, quindi per massimizzarne l’efficacia fa una lista di 9 consigli, tra cui quello di leggere ogni capitolo almeno due volte prima di passare al successivo, sottolineando le parti interessanti e una volta terminato il libro rileggerlo regolarmente un capitolo alla volta. Personalmente ho sposato i consigli e non posso che sottoscriverli in quanto hanno contribuito ad una maggiore efficacia nella concretizzazione dei concetti.

Quali sono i principali argomenti trattati?

Volendo approfondire ulteriormente il contenuto del testo, senza chiaramente eccedere in esaustività, mi limiterò ad indicare alcuni dei principali consigli con lo scopo di stuzzicare la vostra curiosità ad un maggiore approfondimento.

Il testo è strutturato in quattro sezioni:

  1. Tecniche fondamentali per la gestione dei rapporti
  2. Sei modi per piacere alla gente
  3. Come convincere gli altri
  4. Essere leader: come cambiare gli altri senza offenderli o suscitare il loro risentimento

Ognuna di queste sezioni è suddivisa in princìpi, e questi princìpi vengono poi riepilogati in un utilissimo schema a fine sezione.

La prima sezione, Tecniche fondamentali per la gestione dei rapporti, la reputo molto importante in quanto sono riassunte le basi per avviare una comunicazione con gli altri. Si parla quindi di non criticare o lamentarsi degli altri, ma piuttosto di metterci in posizione di ascolto nei confronti di chi abbiamo davanti, stimolando il dialogo, offrendo apprezzamenti sinceri e intercettando i reali bisogni per poter portare il nostro interlocutore a capire che possiamo aiutarlo a soddisfare i suoi interessi. Come dice l’autore: “Qualsiasi stupido può criticare, condannare e lamentarsi, e quasi tutti gli stupidi lo fanno. Ci vuole invece carattere ed auto-controllo per ascoltare, comprendere e perdonare.”

La seconda sezione, Sei modi per piacere alla gente, si concentra invece su una serie di comportamenti e tecniche che ci permettono di poter essere “interessanti” nei confronti degli altri, dove per “interessanti” si intende qualcuno che gli altri hanno piacere di incontrare e con cui vorrebbero trascorrere del tempo o lavorare. Troviamo quindi consigli pratici, quasi banali, che dovrebbero entrare a far parte degli atteggiamenti quotidiani, quali: sorridere, il modo migliore per far capire agli altri che siamo felici di incontrarli e trascorrere del tempo con loro; ricordarsi il nome ed usarlo frequentemente, segno con cui si fa percepire all’altro di voler instaurare un rapporto personale; incoraggiare a far parlare di sé, quindi non monopolizzare il dialogo incentrandosi su sé stessi ma stimolando gli altri a parlare di loro stessi e dei loro interessi; fare sentire sinceramente importanti gli altri, senza adulazioni e lusinghe interessate, ma facendo percepire agli altri che siamo contenti dei loro successi. D’altronde, come scrive l’autore citando Emerson, “ogni individuo che incontro è superiore a me in qualcosa, e in quel qualcosa posso imparare da lui”.

La terza sezione, Come convincere gli altri, fa un ulteriore passo avanti, ossia aiuta a comprendere come gestire situazioni di confronto in modo vincente, e si trovano consigli davvero molto pratici che sicuramente trovano ampio spazio ed utilità in tante situazioni professionali e personali. Ne elenco alcune: la capacità di disinnescare sul nascere una discussione invece di alimentarla, in quanto non facciamo altro che stimolare la distanza tra interlocutori; evitare di rimarcare gli errori in modo diretto, ma farli comprendere diversamente; la sincerità nel riconoscere un proprio errore e condividerlo; impostare la comunicazione in modo da non ottenere risposte negative; non perdere il focus e far sempre riferimento a motivazioni e scale valoriali condivise. Trovo utilissimo questo passaggio: “Possiamo dire agli altri che si sbagliano anche solo con uno sguardo, con il tono della voce o con un gesto: ma se diciamo loro che hanno torto, questo fa sì che siano automaticamente d’accordo con noi? No, mai. Non facciamo che colpire la loro intelligenza, la loro capacità di giudizio, il loro orgoglio e la loro autostima, e questo li indurrà a contrattaccare, non a mettersi in discussione. Pur utilizzando tutta la logica di un Platone o di un Immanuel Kant, non faremo cambiare loro idea, perché abbiamo ferito i loro sentimenti.”

La quarta ed ultima sezione, Essere leader: come cambiare gli altri senza offenderli o suscitare il loro risentimento, fornisce utilissimi princìpi da utilizzare nel caso si debbano innescare e gestire processi di crescita e cambiamento di un interlocutore, tra i quali: fare domande invece di imporre ordini; rilevare gli errori in modo indiretto; permettere all’altro di “salvare la faccia”; incoraggiare e attribuire una reputazione di cui dovranno mostrarsi all’altezza. Uno degli inviti più significativi a mio avviso è: “Abbiamo tutti risorse di vario genere che normalmente non utilizziamo, e una di queste è probabilmente la nostra magica capacità di lodare le persone e di spronarle a scoprire le loro potenzialità inespresse. Le abilità svaniscono sotto i colpi della critica e sbocciano con l’incoraggiamento.”

Conclusione

“I princìpi delineati in questo libro funzioneranno solo se li metteremo in pratica con sincerità. Non sto elencando una serie di trucchetti, ma sto descrivendo un nuovo modo di vivere.”

Il libro “Come trattare gli altri e farseli amici” di Dale Carnegie è stato una sorpresa davvero inaspettata. Mentre scorrevo nella lettura sono stato catapultato in situazioni vissute realmente dell’ambito della mia vita personale e professionale, e sono stato in grado di leggerle sotto una nuova luce comprendendo molto meglio errori ed opportunità perse. Ho capito soprattutto che determinate risposte che ho ricevuto in passato probabilmente non erano quelle che l’interlocutore voleva darmi, ma la reazione ad un modo di comunicare che stimolava distanza ed autodifesa piuttosto che collaborazione e unità di intenti.

E quindi, dato il carattere estremamente pratico dei vari princìpi, ho cominciato ad applicarli, ottenendo immediatamente dei risultati che ritenevo insperati e risolvendo situazioni che ritenevo complesse con una facilità inaspettata, ma ritengo che il cammino sia ancora parecchio lungo.

Dalla lettura del testo di Carnegie i project manager possono iniziare un percorso per acquisire o affinare una serie di competenze essenziali per la propria professione. Il libro offre preziosi insegnamenti sulla comunicazione efficace, enfatizzando l’importanza dell’ascolto attivo e della creazione di relazioni positive, sia all’interno del team sia con gli stakeholder; si apprende come gestire i conflitti in modo costruttivo, migliorare le proprie capacità di leadership e influenzare positivamente gli altri; infine, l’approfondimento delle soft skills come l’empatia e la capacità di connessione interpersonale, oltre a consigli per una negoziazione efficace, rendono il libro una guida fondamentale per i project manager che mirano a sviluppare una maggiore resilienza e adattabilità in un ambiente di lavoro in continuo cambiamento, permettendogli di raggiungere con più facilità i risultati.

Terminare la lettura del libro, insomma, è solo l’inizio di una trasformazione personale. Ogni pagina, ogni consiglio di Carnegie, diventa uno strumento per riscrivere le nostre relazioni e direzionare in modo nuovo la nostra vita. È un’avventura che merita di essere vissuta appieno, un viaggio che cambierà non solo come vediamo e ci relazioniamo con gli altri, ma cambierà soprattutto noi stessi.

E mi piace chiudere con una affermazione, che, da sola, potrebbe davvero essere un obiettivo:“Se dopo aver letto questo libro avrete imparato anche una sola cosa, ovvero la capacità di vedere sempre le cose dal punto di vista dell’altro, già soltanto questo sarà sufficiente a dare una svolta alla vostra carriera.”

Leonardo Lillo, direttore delle Operations del PMI-SIC, Innovation Manager & Digital Transformation Expert (Certified by RINA e accreditato Accredia), dopo la Laurea in Scienze umanistiche con indirizzo filosofico, lavora come Project Manager e Online Sales Manager presso una azienda di distribuzione su scala nazionale, per poi dedicarsi alla Consulenza Direzionale occupandosi di digitalizzazione aziendale e reingegnerizzazione del business con particolare focus sia sul miglioramento dei processi e dei flussi di lavoro supportati dall’implementazione di nuovi sistemi informativi, sia dello sviluppo di business online.

Nel 2022 termina l’attività di Consulente per iniziare la sua esperienza manageriale come C.O.O. (Chief Operating Officier) presso la Sipafer S.p.A, con deleghe direttive sulle principali aree dell’azienda.

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