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SIC Book Review Edizione 2023 – Novembre – A superar lo Inferno – A cura di Angelo Elia

A cura di Angelo Elia

Quando ho studiato la Divina Commedia, tra i banchi di scuola, come tanti studenti ne sono rimasto affascinato e da allora ne ho conservato un piacevole ricordo. Da qualche anno, vedendo che alcuni artisti (in particolare, Roberto Benigni) si sono cimentati in spettacoli centrati sull’opera di Dante Alighieri, ho maturato l’intenzione di rileggere la stessa, spinto dalla curiosità di sapere che impatto essa può avere su di me rispetto a tanti anni fa, considerando che sicuramente affronterei la lettura da una prospettiva diversa.

Dopo aver saputo del libro di Simone Terreni ed aver scoperto l’autore attraverso i suoi video su YouTube, ho deciso che avrei ripreso l’opera partendo dal suo testo. Anche perché l’autore è sorprendente…. Un ingegnere informatico e imprenditore del mondo ICT appassionato di Dante è certamente un personaggio fuori dal comune.

Posso dire che leggere “A superar lo Inferno” è stata un’ottima scelta. Non avevo mai considerato la Divina Commedia dal punto di vista di temi quali motivazione, comunicazione, cambiamento, ascolto, personal branding e diversi altri che fanno parte della mia vita professionale. Passare dall’inferno dantesco, accompagnando Dante nel suo percorso di crescita personale, è stata una piacevole scoperta.

È un testo molto originale, nel quale l’autore propone il viaggio nell’Inferno come metafora di un cammino interiore. Dante è guidato dal poeta Virgilio (una figura importante della Divina Commedia, qui rappresentato come la ragione) e da Beatrice (anch’essa una figura importante dell’opera, qui rappresentata come la motivazione). In questo viaggio Virgilio sostiene Dante come un vero e proprio coach, aiutandolo a superare gli ostacoli e così tra i due si sviluppa un forte legame maestro-discepolo.

Attraverso il libro possiamo ritrovare personaggi dell’Inferno che ci erano rimasti impressi e altri che forse avevamo dimenticato.

Sicuramente ci ricordavamo di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, semplicemente Paolo e Francesca, i due cognati collocati tra i lussuriosi per aver avuto una relazione adulterina (e per questo uccisi dal marito di lei).

Tra gli eretici incontriamo Farinata degli Uberti, condottiero che fu artefice di importanti vittorie dei ghibellini nei confronti dei guelfi e che riuscì a salvare Firenze dalla distruzione che i suoi stessi compagni avevano decretato.

Tra i consiglieri fraudolenti incontriamo Ulisse, colpevole di aver organizzato famosi inganni come quello del cavallo di Troia, allo stesso tempo esempio di uomo che ha dedicato la vita alla conoscenza. L’eroe acheo qui pronuncia i celebri versi “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

Ci imbattiamo anche in personaggi inquietanti come Ciacco (tra i golosi), Filippo Argenti (tra gli iracondi) e il conte Ugolino della Gherardesca (tra i traditori della patria).

Il filo conduttore del libro è il percorso di sviluppo compiuto da Dante, che lo porta ad acquisire una serie di competenze. Si tratta del percorso che tutti possono e dovrebbero affrontare quando le circostanze impongono di fronteggiare situazioni difficili, richiedendo di andare oltre i propri limiti.

Dante rappresenta ognuno di noi e attraverso il suo cammino osserviamo come possiamo agire per uscire dal nostro “inferno”, per attivare un processo di crescita che ci permetta di elevarci, di diventare migliori, di “riveder le stelle”.

Così, possiamo apprendere che quando ci troviamo in forte difficoltà, nella nostra selva oscura, non possiamo venirne fuori velocemente. Dobbiamo invece uscire dalla zona di comfort e metterci in discussione, affrontando con coraggio tutte le avversità e percorrendo un cammino diverso da quello che avevamo immaginato, chiedendo aiuto al nostro Virgilio e puntando sulla persona migliore: noi stessi.

Possiamo realizzare che quando intraprendiamo un percorso, ponendoci degli obiettivi, dobbiamo sapere qual è la nostra motivazione, quale spinta abbiamo e cosa riteniamo valga la pena affrontare. Qualunque sia il nostro obiettivo, ottenere un lavoro, avviare un’impresa, realizzare un progetto, prima di partire dobbiamo avere chiara la nostra Beatrice, altrimenti il rischio di insuccesso è molto alto.

Possiamo convincerci che se siamo ambiziosi e vogliamo affermarci, dobbiamo diventare sempre più competenti e autorevoli, anche curando il nostro personal branding, per fare in modo che siano gli altri a cercarci.

Possiamo capire che quando siamo lungo il cammino, abbiamo la nostra motivazione e pensiamo di poter raggiungere gli obiettivi, non dobbiamo lasciarci influenzare dai ripensamenti o dal giudizio di chi crede che non ce la faremo: dobbiamo andare avanti per la nostra strada, con disciplina, non distraendoci, con sempre più energia, senza mollare. Ed è opportuno circondarci di persone che possano supportarci e siano in grado di stimolarci a fare sempre meglio, allontanando le persone che ci ostacolano e ci fanno dubitare delle nostre capacità. Mai dare fiducia a chi è pronto a tradirci o ingannarci.

Possiamo diventare più solidi di fronte ai cambiamenti, positivi o negativi che siano, adattandoci velocemente agli stessi e mantenendo la nostra identità, ponendoci con spirito positivo ed evitando di essere lamentosi. Occorre accettare, cercare e attuare i cambiamenti, che possono rappresentare grandi opportunità.

Possiamo riuscire a non farci condizionare da rabbia e rancori, a non farci guidare nelle scelte solo dall’istinto, ma a incanalare in modo positivo questi stati d’animo verso decisioni, attività e progetti, con la voglia di mostrare a noi stessi e agli altri quanto valiamo.

Possiamo imparare a conoscere e accettare i nostri lati negativi, senza fingere di ignorare la parte peggiore di noi stessi: è un esercizio necessario per non far prevalere i mostri che sono dentro di noi e per trarre il meglio da noi stessi.

Possiamo riflettere sull’importanza di ascoltare, essere curiosi, fare domande, confrontarci, prendere nota in modo selettivo di quanto ci viene detto e farne buon uso al momento opportuno. Non esiste comunicazione senza ascolto: prima dobbiamo cercare di capire e poi cercare di farci capire.

Possiamo non dimenticare che per raggiungere un obiettivo, un traguardo, occorre non affidarsi al caso, vivere alla giornata, ma bisogna pianificare il percorso e controllare costantemente a che punto siamo, cosa migliorare, cosa cambiare in corsa.

La Divina Commedia, che quasi mille anni fa ha permesso di elevare la lingua parlata dal popolo al ruolo di lingua poetica, favorendo lo sviluppo della lingua italiana, ci insegna da sempre che si può smarrire la retta via per poi ritrovarla e oggi più che mai continua a insegnarci tanto.

Il libro di Simone Terreni ha il merito di aver reso ancora più attuale questa grande opera, facendola conoscere da una diversa prospettiva. La lettura di “A superar lo Inferno” ci permette di riflettere sul modo in cui affrontiamo le sfide di tutti giorni, ci dimostra come il nostro più grande limite possiamo essere noi stessi e ci indica la strada per andare oltre.

Angelo Elia, laurea in Economia e Commercio, è attualmente Program Manager in Engineering In-gegneria Informatica dopo aver lavorato per altre primarie aziende del settore ICT quali Cedacri e Sistemi Informativi (gruppo IBM Italia). Ha gestito programmi e progetti di diversa complessità per la realizzazione, l’avviamento e l’integrazione di si-stemi informativi. È stato autore di articoli e post pubblicati su International Journal of Managing Projects in Business, LSE Business Review e Pro-ject Management Journal. È in possesso, tra le altre, delle certificazioni PMP®, PMI-ACP®, Project Manager Norma UNI 11648:2016, ICT Project Ma-nager Norma UNI 11506:2013, PRINCE2 Practi-tioner.

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