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#anchequestoèprojectmanagement – Empatia – MARZO 2021

Striscia per sito - Marzo 2021

empatia

L’empatia è l’impegno e la capacità di comprensione dell’altro evitando ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale. La parola deriva dal greco “εμπάθεια” (empátheia), composta da en-, “dentro”, e pathos, “sentimento”; nell’antica Grecia veniva utilizzata per indicare il rapporto emozionale di partecipazione che legava un cantore al suo pubblico. Questo si traduce nell’offrire la propria attenzione a un’altra persona mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della relazione così costruita si basa sull’ascolto non valutativo e si concentra sui sentimenti e i bisogni fondamentali dell’altro. Alla fine dell’Ottocento, Robert Vischer, studioso di arti figurative ed estetica, mette in relazione il termine “empatia” con la riflessione estetica: l’empatia viene definita come la capacità della fantasia umana di cogliere il valore simbolico della natura, dunque la capacità di sentir dentro e di con-sentire, di percepire la natura esterna come interna, appartenente al nostro stesso corpo.

Qualcuno ha suggerito che l’empatia è la prima chiave da utilizzare per accedere realmente al mondo della conoscenza, strumento fondamentale della nostra parte esperienziale. Una forma di com-prensione in quanto ci permette di creare un ponte tra noi e gli altri, un passaggio libero, senza barriere in ingresso né in uscita. Esistono diverse forme di empatia.

L’empatia comportamentale: comprendere i comportamenti di una cultura diversa e i loro significati, il perché del comportamento e le catene di comportamenti correlati.

L’empatia emozionale: percepire le emozioni vissute dagli altri, anche in culture diverse dalla propria.

L’empatia relazionale: capire la mappa delle relazioni del soggetto e le sue valenze affettive nella cultura di appartenenza.

L’empatia cognitiva: comprendere i prototipi cognitivi attivi in un dato momento del tempo in una determinata cultura, le credenze che la caratterizzano, i valori, le ideologie, le strutture mentali che il soggetto culturalmente diverso possiede e a cui si affida.

Per dirla con Spinoza: “La strada che porta alla conoscenza è una strada che passa per dei buoni incontri”. Ma sta a noi far sì che possano accadere.

Daniel Goleman, nel suo capolavoro “Intelligenza Emotiva”, afferma che l’empatia si basa sulla consapevolezza. Questa si esprime attraverso la nostra apertura verso le emozioni e rende capaci di comprendere i sentimenti propri e dell’altro. L’empatia è dunque una forma di comunicazione non verbale e può essere sviluppata ed esercitata attraverso una serie di “semplici” tecniche: la prossemica, che consiste nel ridurre la distanza tra noi e l’altro; il contatto visivo, forte segnale emotivo (chi guardava chi, nel secondo disegno della strip); orientamento del corpo verso…, in modo da affermare fisicamente il proprio reale interesse nei confronti dell’altro. 

Tutti concordano nel ritenere che oggi ci troviamo di fronte a un livello di complessità molto più elevato che in passato. E, considerato che la complessità di un sistema è data non dal numero di componenti costituenti il sistema stesso ma dal numero di relazioni-interazioni, diventa ovvio rendersi conto di quanto sia importante comprendere gli altri. Empaticamente. 

Karla McLaren nel suo “The Art of Empathy” individua i sei meccanismi alla base del processo empatico:

  • Il contagio emotivo: la trasmissione inconscia delle emozioni tra gli individui;
  • l’accuratezza empatica: il saper comprendere le emozioni e i pensieri propri e altrui;
  • la regolazione emotiva: il saper gestire le proprie emozioni;
  • il cambio di prospettiva: il mettersi nei panni degli altri attraverso un differente punto di vista;
  • il preoccuparsi per gli altri: l’avere cura delle persone e del mondo con cui si interagisce;
  • il coinvolgimento intuitivo: l’atto concreto attraverso l’azione funzionale basata sulle proprie intuizioni.

L’empatia è dunque la percezione e la consapevolezza delle proprie energie vitali, implica la solidarietà dell’individuo con l’universo e assume un ruolo determinante nel migliorare la qualità della vita, nel costruire solide relazioni e nel raggiungere i propri e gli altrui obiettivi.

 

Disegni di Salvatore Parola

Sceneggiatura e testi di Francesco Spadera

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